Gibuti – o Djibuti, che dir si voglia – è un po’ una delle ultime frontiere del turismo.
Stupisce per i suoi paesaggi unici e vari che sono fra i più spettacolari dell’Africa, anche se ancora poco conosciuti.
Questo minuscolo Paese del Corno d’Africa è un piccolo paradiso per gli appassionati di geologia e della natura in genere.
Quello che Gibuti offre è fantastico.
E lo è soprattutto per i tanti aspetti diversi che si manifestano in un’area tanto ridotta che ha il vantaggio di non essere ancora troppo frequentata.
Gibuti in breve
Il campionario di meraviglie con cui Madre Natura emoziona il viaggiatore in questo francobollo di Africa di soli ventitremila chilometri quadrati – praticamente quanto la Toscana – è veramente unico al mondo.
Basti pensare che in pochi chilometri si va da una depressione di 150 metri sotto il livello del mare a dei rilievi che arrivano anche a 2000 metri e più.

Ci sono laghi salati dai mille colori, dorsali vulcaniche, falesie di basalto, fumarole sulfuree e canyon mozzafiato.
E insieme convivono aree di vegetazione rigogliosa e spiagge di sabbia bianchissima su un mare cristallino che va dal turchese al blu profondo.
Cose da non perdere
Iniziamo con la capitale, Djibuti.
Non è solo un comodo e confortevole luogo per fare base fra un’escursione e l’altra, ma è soprattutto una piccola città che sa farsi amare.
Gli abitanti si stanno muovendo per farne una città moderna.
Ci sono alberghi, bar e ristoranti di buon livello, ma rimane nell’aria qualcosa dovuto a tante dipendenze culturali che la rendono affascinante.
Dirimpettaia a Djibuti, sul golfo che porta il suo nome, c’è Tadjoura nota anche come “La Ville Blanche” per le sue tante belle case intonacate di bianco.
Un tempo era un porto importante, “specializzato”, per così dire, in commercio di esseri umani.

Ora ha un piacevole lungomare su cui godere un’atmosfera assai più rilassata rispetto alla capitale.
Da qui partono le escursioni in barca per portare i subacquei sui siti di immersione sulle barriere coralline nel golfo e gli snorkelisti ad incontrare i pacifici enormi squali balena.
Senza contare che nei pressi c’è la lunga spiaggia chiamata “Sable Blancs” con la sabbia che assume delle sfumature rosate.
Le escursioni da Gibuti
E rimaniamo nella zona del golfo per visitare il Lago Assal – o “Lago di Miele” – che si trova nel punto più basso dell’Africa a 153 metri sotto il livello del mare.
Sembra di essere in un luogo magico dove a seconda dell’orario i colori variano.
Un vero spettacolo ed un vero dono della natura, anche se inserito in un contesto fra i più inospitali del Pianeta in mezzo a vulcani spenti e neri sedimenti lavici.

Qua solo i nomadi Afar riescono a sopravvivere e prosperare estraendo e commercializzando fino in Etiopia il sale che trasportano attraverso il deserto con lunghissime carovane di cammelli.
Buon per loro che il Lago Assal è considerato la più grande riserva di sale della Terra.
Tenete presente che a Gibuti non ci sono fiumi che sfociano in mare, perché quelli che possono nascere dalle alture evaporano strada facendo.
E, in questo contesto, un’altra meraviglia è il Lago Abbé sul confine con l’Etiopia.
È un bacino endoreico, ovvero non ha emissari, e richiede un viaggio di due giorni dalla capitale da farsi con una guida e su vetture fuoristrada.
Si attraversano le due spettacolari piane desertiche di Petit Bara e Grand Bara per arrivare ad ammirare una inusuale conformazione geologica.
La distesa di acqua con altissima percentuale di sale si affianca a guglie calcaree dalle forme e dai colori surreali.

Tutt’intorno sorgenti sulfuree e stormi di fenicotteri rosa che si raggruppano all’alba.
Le montagne
Ma torniamo sul golfo e rinfreschiamoci salendo sul Monte Goda che domina Tadjoura ed ospita il Parco Nazionale della Fôret du Day.
È un piccolo parco di poco più di tre chilometri quadrati ma è una delle rarissime aree verdi del Paese.
Inoltre, offre una grande varietà di flora e di fauna ed è ottimo per chi ama il birdwatching.
E un centinaio di chilometri più a nord, c’è il massiccio vulcanico del Moussa Alì, la vetta più alta del Paese.
Svetta con i suoi 2021 metri proprio sul confine fra Etiopia, Eritrea e Gibuti.

Concludendo
Abbiamo parlato di mare, di laghi – ancorché salati – di città, di deserti e di montagne e tutto questo in un’area abbastanza ristretta da non richiedere di doversi sobbarcare trasferte troppo pesanti.
Se siete dei viaggiatori e amate gli ambienti ancora vergini, Gibuti – o Djibuti, che dir si voglia – fa al caso vostro.